article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title
article.title

Bolle di luce

Panorama

Mar 11, 2020

Sfere regolari, irregolari, trasparenti, cangianti, leggere, poetiche. E ancora: sospese, da tavolo, componibili. Sono le nuove lampade di culto. 

La luce ha la forma del sole, quindi circolare ma, senza scomodare la geometria e altre scienze, basterebbero intuito e poesia a decretare la sfera come figura principe dell’illuminazione. Erano «a bulbo» del resto, le prime sorgenti luminose dell’era industriale. 
Per anni i designer hanno cercato, riuscendoci, di dare altre forme a lampade e lampadari, nascondendo le vecchie lampadine a incandescenza in strutture di metallo, in grovigli di ottone, in nidi di metacrilato. Oggi, al contrario, le luci più attuali, a sospensione, da appoggio, con maniglie, sono bolle di vetro: opalino per una luce diffusa, trasparente per un effetto limpido, oppure colorato nelle nuance cangianti. In ogni caso di grande atmosfera e con la priorità di far vedere la fonte luminosa con i suoi filamenti a led. Da qui la riscoperta dell’incantevole vetro che proprio nell’illuminazione raggiunge la sua massima espressione. 
[…] Altro che faretti, o luci nascoste dietro cornici, le nuove proposte di designer come Ingo Maurer, Louis Welsdorf, Boris Kimel, per citarne solo alcuni, sono vere e proprie sculture che offrono un magico gioco di bolle di sapone variopinte, di piccoli pianeti per una personalissima cosmogonia. 
Incantevoli da guardare sia accese sia spente e, non a caso, collocate in modo strategico, nei punti decisivi della casa, proprio per valorizzarne la bellezza anche di giorno. Non sono utili ma anche felicemente decorative. 
Irving Silence allude a un cappello femminile dalla tesa larga ed è un omaggio alla cover di Irving Penn per Vogue pubblicata nell’aprile del 1950. 

Press Irving Silence on Panorama

Press Panorama P.80